lunedì 25 gennaio 2010

Obblighi morali


Entrò nella stanza. Era vuota.
Il buio asfissiante di aria stantia penetrava negli occhi e nel naso.
Fece il primo passo insicuro verso il punto dove doveva trovarsi la finestra ma la mattonella traballante la bloccò.
Sentì una corrente fredda sfiorarle la nuca.
La sua schiena si irrigidì e non ebbe il coraggio di voltarsi indietro. No. Doveva addentrarsi in quel luogo cupo e soffocante. Doveva togliere quella sensazione di oppressione. Era necessario.
Inspirò profondamente, chiuse gli occhi quasi strizzandoli e tese la gamba per accennare un movimento.

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