venerdì 6 marzo 2009

Caduta

Ci sono eventi che ti fanno accorgere di quanto hai toccato il fondo.
Quando si manifesta il proprio lato oscuro, un lato così nascosto che nemmeno tu conosci, è meglio iniziare a mettersi in discussione.
La cosa più orribile che si possa fare è andare contro ai propri principi fondamentali.
Il più importante per me è: la non violenza.
Già, sono riuscita ad alzare le mani (e le ginocchia) per la seconda volta in qualche mese a causa di tutta la rabbia, di tutto il rancore che ho dentro.
Non si può nemmeno immaginare quanto mi senta in colpa per questo: io, che ho il libro di Gandhi sulla scrivania, ho tirato una serie di schiaffi... inaudito.
Sicuramente questo mio atteggiamento doveva far comprendere alla persona in questione quanto malessere covo dentro.
Solo che non è stato così.
Evidentemente la categoria xy non è in grado di comprendere le sfumature e i cambiamenti; questo è stato il verdetto a tavolino che noi xx abbiamo dato dopo ore di attenta analisi dei fatti presenti e passati.
Le scienze si basano sulle evidenze, e così faccio anche io: se una persona passa meno tempo con me non posso far finta del contrario, allo stesso modo se io mi organizzo con questa rinunciando a momenti importanti con la mia famiglia per poi sentirmi dire che il giorno dopo se ne sarebbe tornata a casa io ci rimango di merda perchè per ventiquattro ore potevo posticipare un viaggio in aereo.
Posso provare con me stessa e con gli altri, che vedono il tutto dall'esterno con aria perplessa, a far finta che tutto sia normale, che vada bene così ma quello che c'è in fondo non cambia e prima o poi accumulando si esplode.
E vedere il proprio ragazzo che guarda l'orologio durante una discussione in cui metto in dubbio il nostro stare insieme, prendere lo zaino e avviarsi verso il treno può far sclerare chiunque.
Solo che non avrei mai dovuto cadere così in basso.

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