Visualizzazione post con etichetta amore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta amore. Mostra tutti i post

sabato 11 aprile 2009

Iodellavitanonhocapitouncazzo

Giorno dopo giorno capisco sempre di più che non ci si deve aspettare nemmeno il minimo sindacale dalle persone.
Quelle da cui ti aspetti qualcosa ti deluderanno. è inevitabile.
O forse sarà solo la Pasqua che tira fuori il peggio, ogni anno.

Giovedì: decido che il sabato sarei tornata nella vecchia city, fatto colazione con un'amica che vedo una volta all'anno, saremmo andate a risolvere alcune trafile e poi sarebbe venuto il mio ragazzo -sempre lo stesso- a prendermi per passare il resto della giornata a casa sua e la domenica avrei pranzato con lui dai miei parenti.
Venerdì: tra le mille cose da fare vado in giro alla ricerca delle uova di cioccolata per le mie cuginette e la mia amica e per creare un cesto per la famiglia del tipo.
Lascio le uova alla mia collega che sarebbe tornata in città in macchina così da poter viaggiare il sabato solo con il cesto e lo zaino.
Nel pomeriggio avviso la mia amica che sarebbe stata utile la macchina per prendere alcune cose dalla mia collega. Mi dice che non ce l'ha e mi fa capire che ci sarei dovuta andare da sola e che lei di mattina avrebbe avuto degli impegni con la madre.
Si fanno le 23 e mi rigira il tutto dicendo che avrei dovuto risolvermi il mio calvario da sola e che poi l'avrei vista per pranzo. Come se non abitando più là non fosse chiaro che non possa muovermi con facilità da una parte all'altra della località ormai mutata.
A mezzanotte il tipo mi rivela che nel tardo pomeriggio avrebbe giocato a calcio.

Ricapitolando: avrei dovuto fare uno sbattimento enorme girando da sola con un cesto tra uffici e casa della mia collega. Prendere l'uovo darlo ad una persona che non se lo merita nemmeno un pò e andare a fare la calza durante una partita di calcetto.
E tutto questo a che pro? Solo per vedere la mia amica e stare con il mio ragazzo che comunque pensano a loro stessi?
La cosa assurda è che mentre da loro mi aspettavo un comportamento diverso sono rimasta sorpresa dalla gentilezza e dall'attenzione di altre persone:
La mia collega mi ha offerto ospitalità fino alla sera ma non avrebbe avuto senso fare 60 km solo per stare con lei che vedo tutti i giorni.
La mia coinquilina si è offerta di andare a prendere le uova dalla mia collega e metterle su un pullman per farmele riavere -ovetti fortunati e giramondo-.

Cosa dire? Cosa pensare?
è assolutamente assurdo che le persone siano così egoiste, soprattutto dopo che decido di fare un'ora e mezza di strada solo per loro.
Ed è pazzesco che in 50 minuti di conversazione telefonica devo sentirmi dire "Devo chiedere il permesso a te per giocare a calcio? Come la fai lunga per una partita di un'ora".
Non è ovvio che se mi inviti da te devi pensare che forse non mi andrà di stare per due ore seduta su una panchina senza fare nulla? Quantomeno chiedimelo!

Quando imparerò a capire le persone e a fottermene di loro sarà tardi.

venerdì 6 marzo 2009

Decalogo per capire che un rapporto è ormai alla frutta

1- Arrivi a leggere le sue conversazioni, cosa che non hai mai fatto prima.
2- Scopri, tramite le conversazioni, che ha fatto sesso virtuale con la zoccola che si portava a letto prima di te.
3- Torna a casa ogni settimana e non ogni due.
4- Invece di passare due giorni a casa ne passa quattro.
5- Ormai non ti avverte nemmeno più se invece di tornare lunedì prende il pullman martedì perchè "Non era uscito l'argomento" ma alle 23 di domenica devi arrivarci solo grazie alla tua intelligenza.
6- Gli chiedi se si festeggia il capodanno insieme, lui ti dice di si, tu prendi il biglietto aereo solo per questo. Il 31 ti fa capire che il giorno dopo se ne sarebbe tornato a casa. Tu rimani sola in città.
Però ti ha invitato per la befana a casa dei suoi.
7- Non ti racconta più nemmeno le banalità.
8- Gli dici che per quanto ti riguarda può cornificarti dalla mattina alla sera tanto non hai più la forza di fare l'investigatrice e lui ti da della paranoica.
9- Durante una discussione in cui metti in dubbio il vostro rapporto per via di tutti i punti precedenti lui se ne esce con la frase "Perchè non torni a casa per un mese o due?".
10- Sei tanto avvilita che vedendolo andar via durante una discussione lo prendi a sberle (e hai sempre predicato la non violenza oltre a non essere mai stata minimamente manesca).

Forse solo con uno di questi dieci punti dovrebbe essere tutto chiarissimo.


sabato 24 gennaio 2009

Urla e lacrime

Se mi domandassero se sono felice con lui e potessi rispondere sinceramente, griderei di no.
Urlerei tutto il mio sconforto, la mia rabbia, tutte le carenze a cui sono sottoposta.
Non mi capisco e soprattutto non lo capisco.
Faccio di tutto ma proprio di tutto per non essere banale, per essere abbastanza sexy ma evidentemente dovrei soltanto prendere spunto dalle conversazioni che ha avuto con la lolita dallo stecco in bocca, la troietta con cui ha passato giornate a chattare e perchè no, masturbarsi via etere.
Il problema è che io non sono così.
La virtualità può essere divertente ma non deve essere sostituita alla realtà perciò, se scappa a decine di chilometri per una settimana, incapace di tornare prima, non deve pretendere che sia sempre eccitata e vogliosa di portarlo in paradiso con quattro parole.
Mi sento costretta dal dover necessariamente comportarmi in un certo modo quando propone l'occasione, a volte mi diverte, altre volte scrivo parole solo per fargli un favore e visto così in maniera distaccata mi sembra proprio squallido perchè in quel momento non ci sto credendo. In quel momento tra me e un 144 (o qualsiasi numero telefonico sia in vigore adesso) non cambia nulla.
Penso in questi casi che se non faccio così, se non sono all'altezza delle sue fantasie allora sia inevitabile che senta la mancanza della stronza che giornalmente gli ricordava quanto avrebbe tradito il suo ragazzo con lui... nella realtà.
Vivo questa storia nel terrore. Terrore che lui la senta ancora. Terrore che lui mi nasconda qualcosa. Terrore che lui continui a non sopportarmi e a parlare male di me con la sua amica che senza conoscermi mi ha giudicato in tutti i modi peggiori che esistano.
Ho sempre pensato di valere qualcosa... sicuramente ci saranno persone migliori di me, ma nel mio piccolo non sono male. Soltanto che ogni giorno che passa mi sto inaridendo a causa della persona che ho accanto e lascio che accada per la stupida speranza di essere amata e avere un qualcuno accanto.

mercoledì 21 gennaio 2009

Racconto in una notte

Iniziò tutto sette ore fa con l'idea di loro due insieme e la chiusura rapida del portatile preceduta solo da due parole: "Ti odio".
Distrutta nell'anima dalla sensazione di essere sempre stata trattata come un oggetto da bramare per poi gettare annoiati dopo poco... riprendere quando si sa che lo si sta perdendo per poi andare a giocare con altro... dopo poco.
Le lacrime falciavano la mia faccia che fissava la sua immagine riflessa nello specchio e piangeva per la tristezza che emanava l'alter-ego.
Seguirono urla soffocate, una sensazione di vuoto in gola, nel cuore e nello stomaco, mille pensieri intrecciati di ottimismo e pessimismo, amore universale e odio altrettanto universale.
Il telefono suovana. Silenzio. E di nuovo riprendeva a suonare nonostante i toni bassi. Era un suono fastidioso e penetrante che non si addiceva alla sofferenza dell'essere soli e abbandonati da ventiquattro anni.
Il tempo di cercare di riprendere la mia anima per qualche ora navigando qua e là in cerca di Karma-yoga e Yogananda e all'una il cellulare riprese a suonare.
Non ci volle tanto ad arrivare all'sms che affermava quanto ormai la nostra storia fosse logorata. Un chiaro segno di voler chiudere una relazione che forse non doveva nemmeno iniziare e che molto probabilmente si sarebbe dovuta fermare a prima del sesto mese.
Tutto questo mentre riprendeva a piovere. Un segno?
All'idea di finire questa pezza ormai consumata salivano l'angoscia e la speranza di parole d'amore, gesta da cavaliere senza macchia e senza paura -chiaro residuo di fiabe e cartoni Disney- e in contrapposizione un respiro di sollievo per aver messo fine ad una commedia che non faceva più nemmeno ridere. Regnava l'immagine di loro due insieme.
"Certo, meglio soli che male accompagnati."
"Certo, se si sono trovati meglio ora che dopo."
"Certo, tanto ora la mia vita si rimetterà subito in sesto, non noterò nessuna differenza."
"Certo, ora finirò per chiudermi in casa e non voler vedere nessuno."
"Certo, lui tromberà da subito come un riccio o si farà consolare da quella puttanella ossessionata e io me ne fregherò del mondo e non avrò rapporti per anni."
Arrivarono altri messaggi e ne mandai a mia volta ma l'unico messaggio che traspariva era mancanza di comunicazione e, non so che altro. Puttanate.
Nel silenzio di una mattinata cittadina si sentiva solo la pioggia sempre più forte e qualche mezzo che transitava di tanto in tanto ma poi solo il bip del cellulare che mi riportava alla realtà da storie di alieni dal naso -che non è un naso- sporgente, balene che si innamorano di capitani snob inglesi e lettere d'amore poco amorose... quelle un pò, sì, mi riportavano nel paradosso che stavo vivendo al momento.
Mi alzai dal letto, presi una schifosissima centos e mi diressi sul balcone della cucina.
Ci provai nuovamente mentre aspiravo veleno e guardavo il cielo torbido colmo di nuvole e il lampione in stile noir che brillava grazie all'acqua che cadeva imperterrita "Quando hai il primo autobus?" e le lacrime del cielo scendevano sempre più forti come per dirmi di rinunciare a questa sfida contro i mulini a vento, tanto non c'è più amore da nessuna parte ma solo un ego che non vuole essere abbandonato e tantomeno rimpiazzato. Come se i grandi romanzi rosa si basassero sull'egoismo, la paura di rinnovamento e della solitudine... che schifo.
Ma in fondo cosa c'era?
Ora vedo solo ipocrisia, masturbazione virtuale, cattiverie, routine e sempre meno voglia di continuare.
Nessun principe azzurro, nemmeno di un azzurrino sbiadito che mi correva incontro perchè "Qua diluvia. Il bus è alle sei ma non esco con questo tempo."
Eh sì, una grande storia d'amore! Si capisce.
E il mio povero ego che con fare truce e rassegnato continua a provare a farsi dire qualcosa che lo risollevi.
Ma quelle parole non arriveranno. O almeno non prima del pomeriggio... perchè dormire è importante e la pioggia può uccidere.